Monsignor Alessandro Maggiolini vescovo emerito di Como, da acuto teologo qual sempre è stato, non poteva meglio solennizzare il dì della festività del patrono della Chisa Cattolica se non con un articolo pubbilicato su "Il Gionale" in cui manifesta tutta la propria angustia per le parole (cui la stampa laica ha datto molto risalto!) del suo anch'esso emerito Metropolita ambrosiano : "Se Martini tifa per i Dico e «scomunica» Ratzinger"
"Nei giorni scorsi il Cardinal Carlo Maria Martini, in pellegrinaggio a Gerusalemme con mille e trecento fedeli di Milano, ha giudicato «inopportune» le parole del Papa sui conviventi che, senza il Sacramento del matrimonio, si considerano sposati. A essere sbrigativi, si potrebbe affermare che Benedetto XVI ha tolto di mezzo uno dei sette Sacramenti: il matrimonio appunto. Il Papa continua ad attestargli la sua stima citandolo nei discorsi e ricevendolo mediamente due volte l’anno. Non solo: Martini si rivolge ai credenti milanesi - gli altri possono considerarsi esonerati - «perché io parli chiaro sino alla fine». Una frase, questa, che può essere ridetta tale e quale da Papa Ratzinger con la propria autorità suprema sulla Chiesa. A nome di Gesù Cristo.
Non è qui toccato il problema della scomunica, come è, per esempio nel caso dell’aborto. Non si può, tuttavia, negare che la struttura sociale ed ecclesiale dei Dico intende attribuire diritti pubblici senza riconoscere i doveri corrispondenti. Il ricevere l’Eucarestia in dissonanza con la gerarchia ecclesiale in questioni gravi, se non determinanti, espone al chiaro pericolo di profanazione del corpo e del sangue di Cristo resi presenti sull’altare durante la messa. È ciò che in un passato nemmeno troppo lontano si chiamava sacrilegio ed era catalogato tra i peccati più gravi.
Un Cardinale - un altro più piccolo sembra valere meno - viene rivestito della porpora e della berretta rossa a significare la disponibilità all’obbedienza al Papa fino alla prontezza a dare la vita. Rosso sangue. A questo punto sembra passamaneria il discutere della diversità tra peccato grave e peccato lieve. Quando si tocca l’autorevolezza del Santo Padre, si lede il cuore della Chiesa di cui il Romano Pontefice è responsabile sommo in dipendenza dal Signore Gesù. La gente semplice, i fedeli che recitano le orazioni del mattino e della sera, partecipano alla messa di precetto, ricevono la Comunione almeno a Pasqua e lavorano otto ore al giorno senza compulsare libri di teologia alti così, sanno che quanto è superiore l’autorità ecclesiale a cui si disobbedisce, tanto più grave è la colpa che si commette. E d’istinto sanno che cardinali sono da considerare uniti al Papa nel comando e nell’obbligo dell’obbedienza.
E allora, perché mai un cardinale tra i più alti della Chiesa si sente in diritto di passar sopra le indicazioni almeno disciplinari del Papa? I fedeli che dovrebbero seguire questo credente vestito di rosso possono impunemente staccarsi dalle indicazioni del loro vescovo, sia pure ex? Con quale coerenza si può leggere Paolo che invita all’unità della fede e dei sacramenti e non soltanto nella disciplina canonica? Che significato può avere il ripetere le frasi quasi ossessive di San Giovanni che esortano all’unità della Chiesa?
C’è qualcuno che non ricorda la stazione della Via Crucis nella quale il cardinal Ratzinger esortava a ripulire la Chiesa quasi fosse diventata una stalla lercia? Aveva torto?"
Probabilmente la maggior parte di coloro che si sono lietamente abbeverati alle recenti considerazioni del Cardinal Martini non capiranno il senso della veemente replica di monsignor Maggiolini, anzi, sosterranno che Maggiolini ha travisato lo spirito, e sin'anche la lettera del verbo martiniano!
Ma è davvero così?
Si rinnova la profezia di Gesù secondo cui i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce: perchè infatti -io domando ai figli della luce- la stampa laica non solo ha dato tanto spazio e puntualità nel citare le riflessioni dell'omelia tenuta ai pellegrini lombardi ma i giornalisti son poi corsi dal Cardinale a chiedergli di sviluppare quelle tematiche a beneficio delle proprie testate?
Rispondo: perchè i mass media vi hanno visto una radicale critica all'operato della CEI e dello stesso Papa.
Nella sua omelia betlemita il Cardinale di Santa Cecilia ha detto che Cristo ha comandato di non giudicare e lui di conseguenza non vuol emettere giudizi. Ma come possono essere interpretate le sue esternazioni se non legate a doppio filo con le pubbliche posizioni e disposizioni prese dalla presidenza della conferenza episcopale italiana o da pontifici dicasteri e accademie nelle settimane, giorni e ore precedenti? O addirittura una seppur velata critica dalla stessa esortazione apostolica "Sacramentum caritatis" di Benedetto XVI?
Raffigurare una Chiesa che non si occupa di fare "promozione della famiglia" perchè è tutta impegnata nella "difesa della famiglia" a me pare solo un sottile artifizio.
Di fronte ad un attacco culturale al concetto stesso di famiglia come si può pensare che il difendere il valore della famiglia come istituto naturale non abbia nulla a che fare anche con la "promozione" della famiglia stessa?
Se Martini intendeva dire che la famiglia essendo un istituto naturale ha una forza intrinseca che nessuna legalizzazione o parificazione delle unioni omosessuali al matrimonio potrà stravolgere ciò è lodevole ed encomiabile. Ma se la Chiesa Cattolica e non la Chiesa italiana ma il Papa in persona è più volte intervenuto in merito è perchè l'attacco è diretto anche e soprattutto alla natura spirituale del cristiano poichè il matrimonio per la fede cattolica continua ad essere uno dei sette sacramenti!
Che "la gente" è ormai lontana dalla Chiesa e che perciò non capisce più il senso e la lettera di tanto linguaggio dottrinario ciò sarà pur vero e compito dei pastori della Chiesa è quello di dolersene ma non certo quello di mutare dottrina per compiacere "la gente" (che inoltre è terminologia sociologica e non ecclesiale).
Concludendo, credo che la domanda di Maggiolini -ed anche la mia- al cardinale Martini sia: quando egli lamenta una Chiesa matrigna in cui gli insegnamenti "piovono dall'alto" come "parole strane, incomprensibili" si riferisce ad espressioni del tipo "coerenza eucaristica"?
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