venerdì, marzo 16, 2007

VIA CRUCIS [5]

Ovvero: "El Señor de los Gitanos"
Il pontificio santuario della Scala Santa è indubbiamente un topos della Roma cristiana. In ogni giorno dell'anno è possibile costatare la perenne teoria di devoti che salgono in ginocchio la scalinata di ventotto gradini di marmo (coperti da tavole di noce) che secondo una pia tradizione proverrebbe dalla Fortezza Antonia di Gerusalemme e perciò sarebbe stata più volte salita e discesa da Gesù nelle ore della suo processo davanti a Pilato.
Se perciò la Scala Santa è quotidiana tappa quasi obbligata dei pellegrini e turisti in visita all'Urbe è soprattutto in Quaresima che i cattolici romani "de Roma" se ne riappropriano. Soprattutto nei venerdì di Quaresima e di Passione, quando alla devota usanza di salire la Scala Santa a ginocchioni è concessa l'indulgenza plenaria, al richiamo di un'atavica tradizione devota i romani accorrono alla Via Crucis animata dai Padri Passionisti i quali hanno mantenuto l'uso di scandire le 14 stazioni con le strofe dall'antico e popolaresco canto "L'orme sanguigne" che forse a i più non dirà nulla ma di cui ancor oggi è rimasto celeberrimo il ritornello: "Santa Madre deh! Voi fate che le piaghe del Signore...".

Nel 2006 dopo molti anni i Passionisti hanno pensato di cambiare i testi delle meditazioni della Via Crucis celebrata alla Scala Santa ribattezzandola: "Uomini del nostro tempo CON GESU' sulla via della croce". Queste nuove meditazioni gettano volutamente uno sguardo tagliente sulla cronaca: in pratica si invita le pie donne romanesche a tapparsi la bocca dali loro continui "Eh signora mia!" per volgere lo sguardo pietoso sui mali che affliggono l'umanità, dalle persecuzioni religiose alla fame nel mondo, dall'AIDS alla questione israelo-palestinese, dalla disoccupazione giovanile all'immigrazione; "fulgido" esempio è la meditazione alla Quinta Stazione:
SIMONE DI CIRENE E' COSTRETTO A PORTARE LA CROCE DI GESU'

"Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone , originario di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù" (Lc 23,26)

"Simone era originario di Cirene, una città dell'Africa del nord: era uno straniero. Si, è uno straniero che aiuta Gesù, che prende la sua croce. oggi, nel nostro paese, come anche negli altri paesi europei, siamo noi a mettere le croci addosso agli stranieri; siamo noi a sbarrare loro l'ingresso, siamo noi ad accrescere appositamente la paura verso di loro e a provocare una marea montante di diffidenza e di odio, perchè appaiano come nemici. Ma Gesù, questa volta, stà con il cireneo. Ed è lui che prende la croce dei tanti stranieri dei tanti cirenei, dei tanti profughi sui quali gli uomini scaricano la croce. Imitiamo Gesù e non chi ha paura e chi condanna, magari vestendosi con i finti panni di chi vuole il bene del Paese o , peggio, il bene dei profughi stessi, pur sapendo che costoro fuggono dalla guerra e dalla fame."

Sugli immigrati e sui profughi-Volgi il tuo sguardo, Signore
Sugli stranieri e sui poveri-Volgi il tuo sguardo, Signore
Sui disoccupati o sui senzatetto-Volgi il tuo sguardo, Signore

Nessun commento: