Ovvero: ""Di una cosa possiamo essere certi, che il ricordo di questa pura e nobile vita, non toccata dalle cose di questo mondo, durerà e, che Roma lo canonizzi o no, egli sarà canonizzato nelle menti della gente pia delle varie confessioni d'Inghilterra...
Il santo in lui sopravviverà"
(The Times; in Morte del cardinale Newman; Agosto 1890)
Scriveva Papa Giovanni XXIII nella sua prima enciclica "Ad Petri Cathedram" del 1959:
"Vi sono tuttavia non pochi punti sui quali la Chiesa cattolica lascia libertà di disputa ai teologi, in quanto si tratta di cose non del tutto certe e in quanto anche, come notava il celebre scrittore inglese cardinale John Henry Newman, tali dispute non rompono l’unità della Chiesa. Esse servono anzi a una più profonda e migliore intelligenza dei dogmi, poiché preparano e rendono più sicura la via a questa conoscenza. Infatti dal contrasto delle varie sentenze scaturisce sempre nuova luce.(J.H. Newman, Difficulties of Anglicans, vol. I, lect. X, p. 261s.)"
Se all'epoca poté destare l'attenzione del lettore la -non molto velata- manifestazione di disapprovazione per la campagna inquisitoriale contro la "Nouvelle theologie" condotta dal Sant'Uffizio durante gli anni '50, destò ancor più sorpresa che per la prima volta in assoluto nella storia delle encicliche il regnante pontefice citasse un autore che non era né un "venerato predecessore" né uno di quei pochi 29 Santi cui, fino ad allora, era stato conferito il titolo di "Dottore della Chiesa".
Già nel 1945, nel centenario della conversione, era stato Pio XII ad incoraggiare -e caldeggiare presso un ancora titubante episcopato inglese- l'apertura del processo di beatificazione del più illustre convertito anglicano: John Henry Newman.
Se poi veniamo a sapere dal filosofo francese Jean Guitton, che ne aveva lungamente raccolto le confidenze, che per Papa Paolo VI lo spirito di Newman ha aleggiato potentemente sulla formulazione dei documenti del Concilio Vaticano II, non dovrà sorprendere il costante interesse, il rimarcarne la "modernità", la "attualità" e la "profeticità" con cui il magistero ecclesiastico nel post concilio ha guardato al patrimonio intellettuale ereditato dal grande convertito e apologista ottocentesco.
Nel 1990, in occasione del centenario della morte, Giovanni Paolo II inviava una Lettera pontificia al vescovo di Birmingham (città in cui il Newman si stabilì dopo la conversione e dove morì) a dimostrazione dell'altissima benevolenza della Chiesa Romana per la memoria del devoto cardinale vittoriano. E proprio in concomitanza del centenario della "nascita al cielo" del cardinale "servo di Dio" , la Congregazione per le Cause dei Santi ne accertava l'esercizio delle "virtù eroiche" e pertanto lo proclamava "Venerabile". A quel punto bisognava solo attendere fervorosamente che la medesima Congregazione delle cause dei Santi accertasse un caso di guarigione miracolosa attribuita all'intercessione del "Venerabile" per poter procedere alla solenne cerimonia di Beatificazione.
Il 21 febbraio 2001 nell'omelia durante il suo ottavo Concistoro per la creazione di nuovi cardinali, Giovanni Paolo II tenne a ricordare che in quei giorni si commemorava il duecentesimo anniversario della nascita del cardinale Newman, quasi ad invocarne -assieme al santo cardinale Pier Damiani del quale in quel giorno si ricordava la memoria liturgica- la protezione sui novelli porporati. E inviava una nuova lettera commemorativa all'Arcivescovo di Birmingham:
"Preghiamo affinché questa guida certa ed eloquente nella nostra perplessità diventi anche nelle nostre necessità un intercessore potente al cospetto del trono della grazia. Preghiamo affinché la Chiesa proclami presto ufficialmente e pubblicamente la santità esemplare di uno dei campioni più versatili e illustri della spiritualità inglese".
Nell'ottobre 2005, ormai regnante Ratzinger, il padre Paul Chavasse, superiore dell'Oratorio di Birmingham, annunciò che era allo studio dell'Arcidiocesi di Boston il caso della guarigione istantanea di un diacono permanente del Massachusetts affetto da una malattia degenerativa spinale che si era affidato all'intercessione del venerabile Newman. Richiesto dalla stampa britannica un suo commento, il cardinale Murphy-O’Connor, arcivescovo di Westminster e Primate d'Inghilterra, rispondeva che se miracoli simili non si verificano nella patria di Newman è perché gli inglesi tendono a considerare Dio come un gentiluomo da non disturbare.
Conclusasi felicemente l'inchiesta diocesana, nell'agosto 2006 il cardinale di Boston Sean O’Malley annunziava che l'incartamento era stato trasmesso al competente dicastero vaticano.
Il 24 aprile 2008 la Congregazione dell'Oratorio di Birmingham annunciava ufficialmente che la consulta medica della Congregazione delle cause dei Santi aveva dato parere favorevole intorno alla guarigione fisica del presunto miracolato.
La beatificazione era ragionevolmente assai vicina, mancando soltanto il "voto" della commissione dei teologi e quello della consulta dei cardinali (sia gli uni sia gli altri a priori assai simpatizzanti per il Nostro "Venerabile").
Il primo di Ottobre 2008 Peter Jennings, portavoce ufficiale dei padri oratoriani di Birminghan con un comunicato stampa (previo "permesso del Postulatore Romano della Causa di Newman, Dott. Andrea Ambrosi"!) annunciava "che la commissione teologica della Congregazione per le Cause dei Santi, si è riunita a Roma nel tardo pomeriggio di ieri, Martedì 30 Settembre 2008, per considerare la natura miracolosa dell'inspiegabile guarigione del Diacono Jack Sullivan".
Aggiungeva il capo ufficio stampa degli Oratoriani, ostentando prudenza, che "I teologi, che hanno ricevuto la voluminosa documentazione otto settimane fa, hanno chiesto più tempo per studiare questa Causa di così alto profilo" ma, pur tentando di dissimulare l'orgasmatica attesa della beatificazione del loro eminentissimo confratello, i buoni figli di san Filippo Neri sanno fin troppo bene che solitamente è prima di Natale (oltre che a luglio) che il Sommo Pontefice promulga i decreti di beatificazione e canonizzazione! Pertanto, la comunità religiosa -fondata dallo Newman stesso a Birmingam nel lontano 1848- non è rimasta con le mani in mano (e nemmeno con le mani giunte) in attesa dei "decreti romani" ma ha parallelamente, e conseguentemente (e febbrilmente!) decretato di tributare pubblici atti di onori e venerazione per le spoglie del loro candidato agli altari, in ossequio alle consuetudini "romane".
Nel medesimo comunicato stampa del primo ottobre 2008 erano descritte le cerimonie di cui la salma del santo Cardinale sarebbe stata fatta segno: "Oggi ho l'onore di annunciare che in preparazione della Beatificazione del Cardinal Newman i suoi resti verranno esposti alla venerazione nella "Upper Cloister Hall" del "Birmingham Oratory", Edgbaston, il 31 ottobre e il 1 novembre.
Domenica 2 novembre alle ore 11 a.m. verrà celebrata una speciale Messa per la tumulazione... al principio della Messa il feretro contenente le spoglie del cardinal Newman verrà posto su di un catafalco davanti al presbiterio.
Alla fine della Messa il feretro contenente le spoglie del cardinal Newman sarà portato processionalmente al sarcofago di marmo italiano verde posto tra due colonne di fronte all'altare delle Anime Sante..."
Se, infatti, ogni cattolico che si commuove davanti al "corpo incorrotto" del "Papa Buono" e che si mette in fila per guardare la "bella cera" del volto di Padre Pio ( poichè vivendo in quei Paesi in cui trionfò la Controriforma s'è abituato a vedere ossa di martiri e mummie di beati quasi sotto ognuno degli altare delle proprie chiese barocche) trova "naturale" l'ostensione delle reliquie dei santi, non altrettanto normale sarà giudicata in un paese di tradizione protestante.
In Inghilterra (seppur nazione seppur profondamente secolarizzata) religiosamente, politicamente e -soprattutto!- psicologicamente l'Atto di Supremazia di Enrico VIII conserva un immenso potere (così come magistralmente denunciato dallo stesso John Henry Newman), ed ecco: l'opinione pubblica messa di fronte al culto dei santi e delle reliquie non può far a meno di rispolverare gli atavici pregiudizi antipapisti ed inorridire per tanta mancanza di "buon gusto" dei cattolici romani, nonché scandalizzata per perpetuarsi ancora nel XXI secolo di tali "abusi medievali".
Prova ne sia che, persino ormai nel XXI secolo, la stessa giurisprudenza inglese è di ostacolo alla pratica cattolica che impone la venerazione dei corpi dei santi: il primo atto dello scismatico Enrico non fu forse quella di vietare il culto di Thomas Becket e di ordinare di disperderne le ceneri poiché -giustamente- nel santo arcivescovo di Canterbury vedeva il simbolo della pretesa di indipendenza della Chiesa dal potere del monarca?
Nella cattedrale di Canterbury gli anglicani possono venerarne lo spazio vuoto lasciato dal suo mausoleo. Ed i cattolici, di San Thomas More, la più illustre vittima della riforma di Re Enrico, possono venerare la tomba nella cornice museale dell'angusta cripta della cappella anglicana della Torre di Londra.
A causa delle plurisecolare forma mentis puritana, non soltanto è difficile per gli inglesi comprendere le ragioni del desiderio che i resti mortali di un santo vengano seppelliti dentro le chiese, ma persino la stessa legislazione britannica trova difficoltà a giustificare il trasferimento un feretro dal cimitero all'interno di una chiesa!
La desiderata richiesta dei Padri dell'Oratorio di Birmingham -fattisi spalleggiare dal Vaticano stesso!- è stata presentata ufficialmente al britannico Ministero della Giustizia nel mese di Aprile 2008 prospettando la problematica della imminente elevazione agli altari di un suddito Sua Sua Maestà britannica; ovvio che da Londra al principio non poteva che arrivare l'imbarazzata risposta temporeggiatrice sulla necessità del Ministero di ricercare un approfondito parere legale. Nel frattempo gli Oratoriani -i quali nell'ambito del cattolicesimo inglese sono noti per la loro spiccata sensibilità alle forme "tradizionali" del culto e del cerimoniale cattolico- innalzavano un sarcofago di granito italiano di fronte all'altare laterale dedicato alle Anime sante del Purgatorio, e stilavano il cerimoniale per il trionfale trasporto del feretro per la solenne esposizione delle reliquie.
L'11 Agosto 2008, cento diciottesimo anniversario della morte del Venerabile Cardinale, il Ministero della Giustizia di Londra, giustificandosi di fronte all'opinione pubblica col dire che la decisione riguarda un caso particolarissimo e singolarissimo, ha autorizzato la riesumazione e la traslazione del corpo di Newman dal cimitero di Rednal, nei dintorni di Birmingham, nella grande chiesa neobarocca del Birmingham Oratory. Così avvenne che gli Oratoriani di Birmingham annunziando urbi et orbi il loro magno gaudio, gettavano nello sconcerto l'Inghilterra tutta!
La nobile figura del Cardinale Newman è popolarissima in tutto il mondo anglofono, anche fuori dall'ovile dei fedeli di Santa Romana Chiesa, per i quali egli è particolare vanto. Lo stesso variegato mondo protestante, infatti, ha da sempre apprezzato la purissima spiritualità "evangelica" dei suoi Sermoni: capolavori di sacra oratoria ma soprattutto uno dei supremi esempli di "bello scrivere" della storia della letteratura inglese.
Se, pertanto, a qualsivoglia latitudine del mondo anglosassone non è affatto ignota la fama di santità del cardinal Newman, al contempo non era un mistero per nessuno che "Roma" voleva farlo santo. E poiché sta scritto che: "i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce", da molto tempo era stata preparata una campagna scandalistica che, coinvolgendo la memoria del piissimo e castissimo cardinale, mettesse non solo in grave imbarazzo la Chiesa cattolica ma la ponesse di fronte all'opinione pubblica anglosassone sotto una luce sinistra, degna del peggior romanzo gotico ottocentesco (tanto deprecato dal Newman stesso).
Si erano già studiate le possibili mosse con cui il nemico "romano" avrebbe argomentato sia la difesa del cardinal Newman sia la difesa della condotta della gerarchia stessa nei confronti della tomba del cardinale; tutto era stato calcolato al fine di preventivamente rendere più subdole ed insinuanti le accuse alla gerarchia cattolica.
Si attendeva, con biblica pazienza, solo che arrivasse il giorno "beato" in cui (con la esplicita connivenza del Vaticano) i preti cattolici di Birmingham, manifestando il più totale disprezzo per la libera decisione del cardinal Newman, avrebbero preteso di strappare violentemente la salma del celebre convertito dalla zolla di terra che -per esplicita e reiterata volontà testamentaria- condivideva nel Camposanto di Rednal con il confratello Ambrose StJohn.
Già in un articolo dell'agosto 2001 per la rivista cattolica "The Tablet" lo studioso Alan Bray scriveva: "gli eredi della fede di Newman non dovrebbero separarli ora. Il gesto di Newman è un ultimo imperativo comando: non si tratta solo delle sue ultime volontà di uomo, ma anche di qualcosa di più. Si tratta del suo ultimo insegnamento".
Le pruriginose insinuazioni diffuse ad arte non potevano trovare miglior involontario avvocato difensore che il Codice di Diritto Canonico poichè, anche se egli non avesse espresso alcuna opinione a riguardo della propria sepoltura, l'estumazione del Cardinal Newman, fatta a norma dei "sacri canoni", nella mente degli inglesi sarebbe comunque stata giudicata istintivamente nè più nè meno che alla stregua della "volgare" profanazione della più comune delle tombe.
Così insidiosamente striscia subdolamente il teorema calunnioso: come osa il Diritto Canonico arrogarsi il diritto di piegare al proprio arbitrio la legislazione inglese? Se infatti il Diritto Canonico può arrogarsi una qualche giurisdizione sui cattolici inglesi, questa autorità non può che essere meramente spirituale poichè per quanto riguarda la sfera temporale essi sono assoggettati alle leggi dello Stato britannico.
Ne consegue, pertanto, che i preti di Birmingham, chiedendo il rispetto delle norme "canoniche" previste dalla Santa Sede nei processi di beatificazioni, è come se avessero chiesto al Ministero della Giustizia di ratificare il diritto del Papa di Roma di esercitare un potere "temporale" sul suolo del Regno Unito! Poichè nulla può essere considerato meno spirituale e più "materiale" che armarsi di badile e scoperchiare i poveri resti di una cassa da morto, impossessarsi di umide ossa pretendendo poi di esserne considerato quale legittimo "proprietario"!
Non si è posto tempo in mezzo, da parte degli autoploclamatisi difensori dell'eterno riposo del Cardinal Newman, nel ventilare l'opportunità di citare in giudizio lo stesso Ministero di Giustizia per aver concesso illecitamente l'estumazione della salma di Newman: "illecitamente" poichè non in ossequio alla tradizione della legislazione inglese ma bensì in ossequio alla legislazione del Vaticano. Tanto più che il Ministero della Giustizia ha agito in manifesta violazione delle stesse e reiterate volontà testamentarie del defunto!
Dove è mai finito il sacro rispetto che la legge inglese tributa alla libertà sovrana dell'individuo? Che cosa è mai questo che accade nella patria di Stuart Mill?
Se il Vaticano ha la forza di imporre la propria arroganza quando in Inghilterra regna la "papessa" Elisabetta II devotissima alla Chiesa Anglicana e mentre governa un Primo Ministro calvinista, come sarà possibile arginare la tirannide vaticana il giorno in cui il Primo Ministro di Sua Maestà britannica fosse un cattolico o quando - se fosse abolito l'Act of Settlement del 1701- lo stesso monarca inglese fosse di confessione cattolica?
La patetica pantomima mediatica in difesa della libertà del cardinale di poter giacere nella tomba con chi più gli aggradasse, è risultata perciò per i cattolici inglesi assai più imbarazzante di quello che si può superficialmente immaginare proprio a causa del possibile riemergere nell'opinione pubblica d'una seppur sopita, ma pur sempre latente, atavica pregiudiziale antipapista. Di quì l'affrettarsi della giornalista Elena Curti nel firmare un editoriale sulla rivista cattolica "The Tablet" in cui dichiarava britannicamente tutto il sincero dispiacere al pensiero "che l’ultimo desiderio del cardinale possa non essere osservato...
E’ chiaramente documentato che egli volle essere sepolto con il suo caro amico ed è pietoso che le sue ultime volontà non siano rispettate...
"Piuttosto avrei pensato di riesumare anche Ambrose StJohn e a metterlo con Newman” (SIC!).
L'editorialista del giornale cattolico "Tablet" ha perciò creduto opportuno avanzare una soluzione pilatesca in ossequio al tipico "buon senso" degli inglesi ma rinunciando all'esercizio buon senso tout court poichè se l'unica e sola ragione dell'esumazione della salma di Newman è la felice conclusione del processo di beatificazione (e l'imminente elevazione agli altari), come potrebbe al contempo la Chiesa procedere all'esumazione di Ambrose StJohn per il quale non è stato aperto alcun processo di beatificazione?
Come non rendersi conto che se le autorità ecclesiastiche trasferissero entrambe le salme dalla tomba di Rednal al verde sarcofago di Birminghan non farebbero altro che "canonizzare" la trista maldicenza?
La strategia difensiva non ha, pertanto, puntato sull’adesione compatta del “fronte cattolico” in difesa delle tradizioni romane, al contrario ha puntando tutto sull’autodifesa dell’autoctono cattolicesimo anglosassone dall’accusa di connivenza con siffatte macabre tradizioni dei cattolici continentali.
L’immancabile sondaggio tra i fedeli anglicani (poiché la Chiesa Anglicana considera Newman nonostante tutto anche come una propria gloria) non poteva che essere una plebiscitaria richiesta affinché si lasciasse riposare in pace l’antico cardinale.
Non era stato lo stesso Newman a sostenere brillantemente la tesi che il fedele cattolico, anche di fronte all’infallibilità papale, mantiene tutta intera la propria libertà di decisione secondo coscienza? Non era dottrina professata dal futuro beato che nei casi in cui la parola del Papa è in contrasto con la coscienza bisogna seguire la voce della propria coscienza e non quella del Papa? Che, cioè la sovranità della coscienza e superiore alla sovranità papale?
Ed allora, come è possibile non solo giustificare, ma persino approvare un simile atto da parte del Vaticano?
Faticoso puntualizzare che lo stesso Newman ,se gli fosse stato richiesto dalla Santa Sede, avrebbe rinunciato ad essere seppellito accanto ad Ambrose StJohn senza troppe lacerazioni della propria coscienza poiché per il santo cardinale “la coscienza” era lo strumento con cui la voce di Dio detta la propria volontà alla creatura umana , non la comunemente intesa facoltà dell’individuo di fare quello che più gli pare e piace!
Seguitiamo a scandagliare l’occulto teorema: quindi, se il Papa da ordine di spostare la sepoltura di Newman in violento contrasto con l’esplicita autodeterminazione di Newman stesso, venendo meno platealmente al più sacro dei doveri che è il rispetto della libertà altrui, ciò non può essere affatto giustificato come atto di ordinaria amministrazione, come volevano invece far credere i preti di Birmingham, altrimenti ciò sarebbe la conferma che il Cattolicesimo altro non è che il regno dell’arbitrio dispotico e della tirannide assolutistica.
No, il popolo inglese è un popolo di gentiluomini che non può certo accusare di tale nefandezza uomini che mostrano così tanta signorilità nell’indossare le vesti prelatizie!
Vorrà dire perciò che il Vaticano, decretando un’operazione in contrasto col comune britannico senso del buon gusto, doveva avere davvero delle secrete e quanto mai inconfessabili motivazioni occulte: inquadrata in una simile pregiudiziale e ben rifinita cornice l’esumazione non poteva che apparire inquietante, menre la difesa dell’onore del santo John Henry si è tramutata in un’impresa disperata; indifendibile la Santa Romana Chiesa.
Lo stesso Arcivescovo di Birmingham ha dovuto ammettere che “sono tanti quelli che si oppongono all’esumazione” (tanti quindi anche i fedeli cattolici!) ma al contempo assicurava che “l’esumazione ci sarà” dato che gli Oratoriani di Birmingham non avrebbero risparmiato al loro santo nessuno di quegli onori che è tradizione tributare ai santi da parte della Chiesa cattolica; le pretestuose polemiche si sarebbero sopite quando, di fronte alla possibilità più unica che rara di poter venerare le ossa di un così peculiare astro della storia e della cultura inglese, la popolazione inglese deponendo i puritani pregiudizi si sarebbe sentimentalmente lasciata avvincere dal fascino di un così venerabile rituale della Chiesa Romana.
L’esumazione è stata effettuata nella massima discrezione il giovedì 2 ottobre 2008, giorno che fu sempre tanto caro al santo cardinale per essere la festa liturgica degli Angeli Custodi.
Nota, infatti, la predilezione di John Henry Newman per gli Angeli, anche da anglicano. Sin da dai suoi quindici anni, in quella che Newman definì la sua prima conversione, quando si impresse profondamente nella sua mente la certezza dell’esistenza di Dio, conseguentemente ne dedusse che il senso e significato della realtà visibile è dato dalla realtà invisibile; che dovesse esserci una mistica analogia tra la gerarchia dei poteri naturali e le potenze sovrannaturali. Né conseguì la fede nella dottrina dell’esistenza degli spiriti angeli: intelligenze puramente spirituali che si prendono cura del mondo visibile. Scriveva in un suo sermone anglicano del 1831: “Ogni alito d’aria, ogni raggio di luce e di colore, ogni bel panorama è, se così posso dire, l’orlo della loro veste e l’ondeggiare del manto di coloro i cui volti contemplano Dio”.
La creatura umana, composta di spirito e di materia è un fratello minore dell’angelo che però ha ricevuto la missione di essere "il Vicerè" di Dio “nel mondo della materia e dei sensi, alla frontiera contro il nemico” (come poeticamente detto da Newman nel "Sogno di Geronzio").
Per Newman la vita reale è la vita dell’anima peregrinante nel regno del visibile le cui immagini ed simboli disseminati lungo il sentiero indicano la via da percorrere: “ex umbris et imaginibus in veritatem” chiederà per testamento che venga scritto sulla propria lapide commemorativa della sua chiesa di Birmingham.
Ogni essere umano in quanto essere spirituale, dunque, deve sforzarsi (andando oltre le apparenze o le repulsioni sensibili) di vivere in compagnia degli angeli e dei santi e, come questi e quelli, trovarsi sempre alla presenza della Maestà Divina:
“Chi può affermare che tutti noi, o almeno quelli di noi che vivono nella fede in Cristo, non abbiamo per tutto il tempo che viviamo sulla terra una misteriosa anche se inconsapevole, vita alla presenza di Dio, vedendo ciò che non sappiamo di vedere, trasformati nella sua impronta, ma incapaci di applicarvi la nostra riflessione? E tutto questo senza avere di conseguenza uno sdoppiamento del nostro io; senza anche la realtà del nostro soggiorno terrestre e della nostra prova ne siano sminuite, ma anzi ne siano accresciute?
Non ci sono stati forse uomini prima d’ora, come Eliseo, quando il suo spirito seguì il suo servo Giezi, oppure come san Pietro quando annunciò l’arrivo degli uomini che avevano seppellito Saffira, ovvero come san Paolo quando la sua presenza in spirito lo precedette a Corinto…”? E in un altro sermone:
“E perché dovrebbe essere incredibile che lo Spirito possa visitare l’anima e produrre in essa una manifestazione divina che tuttavia essa non percepisce dato che le sue percezioni attuali si hanno soltanto per mezzo del corpo? Chi può limitare il potere dello Spirito di Dio… Come la Terra gira attorno al sole eppure diciamo che il sole si muove, le nostre anime, di fatto, vengono portate a Cristo anche se noi diciamo che è lui che viene da noi…. San Paolo fu rapito in paradiso eppure il suo corpo rimase dov’era e se l’anima ne venne separata era una questione che egli non seppe risolvere ”.
Ne consegue che il “Santo”,secondo la riflessione di Newman : “la maggioranza delle persone non lo conoscono, e perfino in san Paolo o in san Giovanni vedrebbero un uomo comune.
E tuttavia uno di costoro parlerà in maniera efficace anche alle masse. In momenti di difficoltà o di pericolo eccezionali, quando lo spirito umano viene meno di paura, egli eserciterà un potere naturale sul mondo e ci parrà che parli non come singolo individuo, ma se come in lui fosse concentrata tutta la virtù e la grazia di quei santi che sono stati i suoi compagni per tutta la sua vita. E’ vissuto con coloro che sono morti, e al mondo apparirà come uno che venga di tra i morti, che parli a nome dei morti, che usi il linguaggio delle anime dei morti per parlare delle cose visibili, che riveli i misteri del mondo celeste”.
Sembra quasi di vederli gli Angeli volteggiare sopra il Cimitero di Rendal il 2 d'Ottobre 2008, nel giorno della loro festa, e scendere a passeggiare tra quei “ figli degli uomini” intenti a scavare nella sepoltura del santo cardinale, sussurrando al loro cuore: perché cercate tra i morti colui che vive?
Sabato 4 ottobre 2008, Peter Jennings, capo ufficio stampa della Congregazione dell’Oratorio di Birmingham dava il resoconto ufficiale dell’esumazione di due giorni prima: assolutamente niente è stato ritrovato dei resti mortali del Cardinale John Henry Newman. Sono stati rinvenuti solo alcuni frammenti ormai fradici del legno della cassa, e parte delle sagoma metallica rappresentante lo stemma cardinalizio che si trovava affisso sul coperchio della cassa mortuaria assieme ad una targhetta su cui è la ormai logora incisione del nome dell’illustre defunto: "Eminent[issimus] et Reverend[issimus] Joannes Henricus Newman Cardinalis Diaconus S Georgii in Velabro Obiit Die XI August. MDCCCXC RIP".
Se per il personale medico e tecnico presente all’estumazione il totale dissolvimento del corpo di un defunto posto in un terreno molto umido e in una semplice bara di legno di quercia non è stata affatto una sorpresa (anzi era l’ipotesi prevedibile), invece davvero grande dev'esser stata la costernazione dei confratelli nel Cardinale per non aver ritrovato nessuna reliquia del loro santo!
E mentre gli attivisti contrari alla separazione delle ossa di Newman da quelle del confratello StJohn, elevavano i loro osanna, farneticando sul fatto che ora Newman era da considerarsi ancora più santo per aver fatto un simile scherzo “da prete” al Vaticano, invece i savi di mente andavano considerando che la Divina Provvidenza avava -nei suoi insondabili giudizi- così disposto per far emergere nella sua più pura luce il peculiare carisma di santità del Cardinal Newman.
Ad un bambino che, vedendolo nelle solenni vesti purpuree, gli esternò il dubbio se fossero più importanti i santi o i cardinali, John Henry Newmana aveva risposto: "I cardinali sono della terra, solo i santi sono del cielo".
Un nuovo comunicato stampa di venerdì 10 Ottobre rettificava lo svolgimento dei riti di venerazione del “Venerabile”: Alcune ciocche di capelli del santo vegliardo (custodite religiosamente dai Figli di San Filippo Neri sin dalla morte del cardinale) sarebbero state poste in una teca di vetro assieme alle reliquie “secondarie” ritrovate nella tomba (dopo essere state sottoposte a restauro consevativo a cura dello “York Archeological Trust”) ed esposte per due giorni alla venerazione dei fedeli –dalle ore nove alle ore venti- com’era già stato precedentemente previsto. Invece durante la messa solenne di domenica 2 Novembre 2008 la teca di vetro verrà posta nella cappella, a destra del presbiterio, dedicata ad un altro santo cardinale: Carlo Borromeo grande amico di San Filippo Neri. La teca rimarrà così esposta alla venerazione per tutto il tempo che ancora bisognerà attendere per la Beatificazione (cioè: finchè non si trovi una opportuna collocazione per le "insperate" reliquie).
“Dalla meticolosa esumazione della tomba del Cardinal Newman a Rendal il giovedì 2 Ottobre 2008 non è stato rintracciato nessun resto umano. I Padri del “Birmingham Oratory” hanno quindi deciso che il sarcofago di marmo verde fatto per ricevere il corpo del Cardinale Newman non verrà posto nella chiesa come originariamente programmato.”
Così accontentati tutti coloro che, a vario titolo, in Inghilterra non avevano apprezzato la decisione di esumare Newman (poiché dato che i resti umani non sono stati ritrovati e quindi non sono stati esumati, pertanto l’esumazione non c’è stata) la mente degli inglesi potrà senza turbamento accostarsi alle più autentiche reliquie del santo: le sue illuminanti trattazioni, i suoi spirituali concetti, la sua mistiche meditazioni che -non è da escluderlo!-, un giorno potrebbero ottenergli da parte della Cattedra di San Pietro un titolo di devozione ancora ulteriore a quello derivante dalla canonizzazione.
Si può immaginare che, pur con tutto l'umano dispiacere e adorarando i decreti della Divina Maestà, il padre Chavasse, Prevosto della comunità oratoriana di Birmingham, ha dovuto ammettere che la dissoluzione del corpo del "venerabile" è stato un evento “provvidenziale” mettendo fine al pretesto di un’insulso clamore mediatico intorno a quella -divenuta polemicamente celeberrima- croce di pietra del vecchi cimitero di Birmingam, anche gli stesi confratelli del santo cardinale, privati per sempre del suo corpo, dovranno sempre più, e sempre meglio, venerare lo “spirito” di John Henry Newman:
“Il Signore anche quando fu innalzato sulla croce offrì l’esempio di un’anima protesa verso il cielo e nascosta in Dio, mentre ai suoi piedi stava il mondo tumultuante. La folla incredula si accalcava intorno ala croce, quelli che passavano lo insultavano e gli scribi lo schernivano. Tuttavia egli anche nella sua agonia, era immerso nella divina contemplazione. […] E mentre egli era nascosto in Dio, così pure, in quel momento terribile, al suo fianco c’era qualcuno che fissando lui era anch’egli nascosto in Dio. Il buon Ladrone disse: “Signore, ricordati di me quando sarai nel tuo regno”. E Gesù gli rispose : “In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso”.
[…]
Il Figlio dell’uomo, però, mentre era in terra con il suo agire esteriore, in spirito era in cielo.
Seguitelo nel deserto… quando dopo la tentazione del diavolo vennero gli angeli e lo servivano; o salite con lui sul monte a pregare, dove… fu trasfigurato e parlò con Mosè e con Elia; e voi vedrete veramente dove era realmente e con chi mentre dimorava su questa terra: con i santi e con gli angeli, con il Padre che lo proclamò suo Figlio prediletto, e con lo Spirito Santo che discende su di lui. Egli fu il Figlio dell’uomo che sta in cielo e che mangiò un cibo che gli altri non conoscevano.
Così diverremo noi, nell’apparenza e nelle realtà, se saremo suoi.
Veramente la nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo; ma quanto al mondo, non saremo tenuti in grande considerazione: il mondo non ci conosce perché non ha conosciuto lui. Ancora di più, saremo messi in ridicolo a causa della nostra religione, saremo disprezzati o anche puniti; se hanno chiamato Belzebul il padrone di casa quanto più i suoi familiari!
Tale è la condizione di coloro che risorgono con Cristo.
Egli risuscitò nella notte, quando nessuno lo vide e così pure noi risusciteremo. Ma non sappiamo né come né quando.
Nessuno conosce alcunché della nostra storia religiosa, del nostro andare a Dio, del nostro crescere in grazia, dei nostri successi, ma solo Dio che le produce segretamente…
Aspirate perciò a essere concittadini dei santi e familiari di Dio (…), e risorgerete con Cristo.
Guardate: egli vi offre la mano; egli risorge, risorgete con lui!
Uscite dalla tomba del vecchio Adamo, dalle preoccupazioni che appesantiscono, dalle gelosie, dall’irritabilità e dagli ideali mondani, dalla schiavitù delle abitudini, dal tumulto delle passioni, dal fascino della carne, dallo spirito freddo, mondano, calcolatore; dalla frivolezza, dall’egoismo, dall’effeminatezza, dall’ambizione e dall’orgoglio. Impegnatevi d’ora innanzi a fare quello che è così difficile compiere, ma che non deve essere tralasciato; vegliate, pregate e meditate secondo le possibilità concesse a voi da Dio…
...mostrate che il vostro cuore i vostri desideri, la vostra vita sono con Dio… affinché realizziate in buona misura l’esortazione di san Paolo: ‘Cercate le cose di lassù ’ e manifestiate che voi siete suoi, perché il vostro cuore e risorto con Cristo e la vostra vita è nascosta in lui.”
1 commento:
Bella notizia! Newman è uno dei miei quasi santi preferiti. E leggendo giusto in questi giorni una storia dello scisma anglicano, ne apprezzo ancor più la stoffa...
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