domenica, aprile 22, 2007

Der Papst "Cciofane" /3



Nel viaggio pastorale a Vigevano, sabato 21 aprile 2007, il sedici volte Benedetto ha avuto un incontro con i pargoli lomellini che gli hanno posto una sfilza di domande che pur nel loro disarmante candore potrebbero mettere in difficoltà il più fine dei teologi.
In un articolo dell'inviato Antonio Giorgi dal titolo "Dai piccoli delle scuole le domande più vere" "L'Avvenire" di domenica 22 si diletta ad elencarle ma -ahinoi!- nemmeno il quotidiano dei Vescovi si è preso la pena di fissare in pagina le -certamente sapienti- eventuali risposte del sedici volte, e vieppiù teologo, Benedetto!


"Vigevano «Caro Papa, quante volte prega al giorno? Io due».
«Essere Papa è impegnativo? Non ha mai dei momenti di sconforto?»

Domande su domande, interrogativi ingenui (ma forse neanche troppo) come quelli che possono nascere in modo spontaneo dalla curiosità dei più piccoli, i bambini che si esprimono con la voce del cuore. Sì, hanno scritto al Santo Padre i bambini di Vigevano, e l'Aimc (Associazione maestri cattolici) in collaborazione con l'Ufficio scuola della diocesi ha raccolto i loro pensieri che offrono uno spaccato del sentire delle giovanissime generazioni.
C'è il Sommo Pontefice in città, quale occasione migliore per far parlare gli scolari?
Sinite parvulos. Spazio agli scolari, allora.
A Giulio che si preoccupa della preghiera e a Luca già consapevole delle difficoltà connesse all'esercizio del magistero papale fanno seguito ad esempio Simona («Caro Papa, lei può vedere il suo angelo custode?») e Cristian che finisce per ammettere di essere una piccola peste: «Caro Papa, come è stata la sua adolescenza? Lei era un bambino tranquillo? Io no». Pensieri profondi agitano i ragazzini di Vigevano, dagli scritti pur telegrafici dei quali emerge una capacità di riflessione e una maturità che dovrebbero far riflettere certi adulti. A proposito: «Quando saremo adulti - chiede Chiara - potremo avere un mondo migliore senza tutte queste guerre e questo male?». «Perché non siamo uguali? Così non ci sarebbero persone brutte e belle, bianche o nere. Io sono di colore». È la voce della Vigevano che si fa sempre più multietnica ad esprimersi con l'auspicio di Paola.

Poi ci sono domande che potremmo definire estremamente personali, perfino - all'apparenza - impertinenti, se non venissero appunto da un bimbo. «Caro Papa, da chi ti confessi quando commetti dei peccati?» (Alessia). «Caro Benedetto XVI, io volevo chiederle se ha fatto l'università» (Xhulian). «Sarei curioso di sapere se lei da ragazzo giocava a calcio come il nostro parroco» (Giuseppe). «Quando era un sacerdote non pensava mai: da grande mi piacerebbe diventare Papa? A me da grande piacerebbe diventare una parrucchiera» (Teresa). «A quale persona a lei più cara avrebbe voluto dire per prima della sua nomina?» (Sara).
Giovanni infine sembra animato da un po' di invidia: «Caro Papa, lei va di sicuro in Paradiso, vero?»."

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