domenica, aprile 08, 2007

Laetetur et Mater Ecclesia tanti luminis adornata fulgoribus


COLLOQUIO EUCARISTICO

"Resurrexit...alleluia. Ecco il grido, o Gesù, che spontaneo e gaudioso ci sgorga dall'anima esultante di una gioia infinita al pensiero della vostra resurrezione.

Siete risorto! Lo crediamo, o Gesù, e la più bella confessione della nostra fede è il desiderio di venirvia ricevere nella santa Comunione, dove voi siete realmente in corpo, Sangue, Anima e Divinità, vincitore della morte e dell'inferno.

Se infatti al dire del vostro Apostolo, la comunione è il memoriale della vostra morte, è pure il memoriale della vostra resurrezione. Adorarvi nel SS. Sacramento, confessare la vostra reale presenza, ricevervi nel nostro cuore è annunziare non soltanto che Voi avete sofferto e siete morto per noi, ma che per noi siete resuscitato, perchè se così non fosse non avremmo l'Eucaristia nella sua pienezza, non avendo l'unione reale dell'anima vostra col vostro corpo.

La Comunione; ecco quindi la più bella prova della nostra fede nella vostra resurrezione; ed ecco ancora la più bella speranza della resurrezione nostra; poichè a Voi uniti, divenuti corpo del vostro corpo, sangue del sangue vostro, anima della vostra anima, non siamo più noi a vivere, ma Voi siete che vivete in noi, Voi che resuscitando un giorno per non più morire, siete il germe divino della nostra vita immortale.
Per questo, o Signore, scrisse un'anima pia: La nostra vera Pasqua , è la Pasqua Eucaristica."
(Hamon-Borla, Meditazioni, vol.II)

1 commento:

Duque de Gandìa ha detto...

Quest’anno il giorno di Pasqua -Domenica, 8 aprile 2007- ha coinciso per cattolici e ortodossi.
In tale ricorrenza l'agenzia cattolica ZENIT ha reso noto la seguente meditazione sulla Risurrezione di Cristo di Sua Eccellenza Hilarion Alfeyev vescovo ortodosso russo di Vienna e di tutta l'Austria:

"La Risurrezione di Cristo è arrivata inavvertita come la Sua nascita, perché nessuno ha visto Cristo abbandonare la tomba.
E fin dai primi giorni dopo la risurrezione il dubbio si è impossessato di molti, anche dei discepoli più stretti di Cristo, anche di coloro che Lo avevano conosciuto e amato.

Tommaso ha dubitato più degli altri. Avendo sentito dell’apparizione del Salvatore dagli altri discepoli, ha affermato: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò” (Gv 20, 19-25).

E allora il Signore è apparso loro ancora una volta, alla presenza di Tommaso, e gli ha detto: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente”. Tommaso allora esclamò: “Mio Signore e mio Dio”, perché le ferite del corpo di Gesù lo avevano convinto che Colui che gli stava parlando era il Salvatore vero e risorto. Gesù allora disse qualcosa che era rivolto non solo a Tommaso, ma a tutti coloro che dubitano della realtà della risurrezione: “Perché mi hai veduto, hai creduto; beati quelli che pur non avendo visto crederanno” (Gv 20, 26-31).

“Coloro che pur non avendo visto hanno creduto” sono tutti coloro che, anche se non testimoni della risurrezione di Cristo, hanno creduto in Lui perché sono arrivati ad amarlo.

E’ impossibile arrivare al Cristianesimo, se non attraverso l’amore per il Cristo vivente. E’ impossibile diventare cristiani venendo semplicemente colpiti dall’insegnamento morale di Cristo o per il rispetto per ciò che ha detto e la Sua dottrina. Solo amando Cristo si può arrivare a una fede che non è esprimibile a parole e più alta della nostra solita visione terrena. Anche se nessuno ha visto la risurrezione di Cristo con i propri occhi terreni, fisici, la certezza che “Cristo è davvero risorto” è in ciascuno di noi cristiani.

L’esperienza di scorgere la Risurrezione di Cristo viene data a noi, cristiani d’Oriente e d’Occidente, in modo speciale durante i giorni della Pasqua, anche se possiamo sentire la presenza vivente del Risorto ogni domenica e in ogni altro giorno della settimana. Dobbiamo però essere degni di questa esperienza, dobbiamo diventare come i discepoli dopo che Cristo ha detto loro: “Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20,22). Anche se hanno potuto vedere Cristo prima con i loro occhi fisici, non hanno riconosciuto in Lui il Dio incarnato con i loro occhi spirituali. Ma avendo ricevuto lo Spirito Santo, hanno potuto dire: “Abbiamo visto la risurrezione di Cristo!”.

Lo Spirito Santo viene dato a noi cristiani anche nei sacramenti della Chiesa, soprattutto nella comunione ai Santi Misteri. E’ per questo che ognuno di noi ha la stessa responsabilità e la stessa missione che è stata data agli apostoli – predicare Cristo al mondo. Non è un caso che nei giorni dopo la Pasqua i cristiani ortodossi non solo pregano in chiesa, ma avanzano intorno ad essa con la Croce, il Vangelo, stendardi e l’icona della Resurrezione di Cristo. La processione con la croce vuole significare che noi crediamo in Cristo e diventiamo testimoni della Sua risurrezione non solo all’interno delle mura della chiesa, ma anche fuori dalla chiesa, dove siamo chiamati a testimoniare il Cristo risorto.

L’esperienza della Pasqua viene data a noi non solo perché possiamo godere della comunione con il Cristo risorto e portare la Sua luce nel nostro cuore, ma anche per poter portare la sua luce a quanti ci sono vicini, parenti, conoscenti, amici e nemici – al mondo intero, il mondo che il Signore desidera illuminare con la Sua resurrezione, attraverso di noi."