martedì, aprile 24, 2007

Pax tibi, o inFauste, evangelista meus! 3

Era un "pellegrinaggio" organizzato per Febbraio ma poi saltato a causa della caduta della maggiornanza in Senato sulla politica estera del Governo Prodi e della conseguente crisi politica. I monaci atoniti, comprensivi di fronte ai doveri istituzionali della terza carica dello Stato italiano, rinnovarono l'invito ma Fausto Bertinotti ha prudentemente aspettato la conclusione della assai ascetica Quaresima ortodossa per non ritovari a dover digiunare forzatamente durante tutto il proprio soggiorno sull'Aghios Oros.
Il Foglio di martedì 24 aprile 2007 offre con alcune dense pennellate l'icona del Fausto aghiorita contemplatore "di vino".



No, le barrique no! Molte cose il compagno presidente Fausto Bertinotti ha gradito dei due giorni sul Monte Athos: dalla natura al mare, dagli abati all’alloggiamento nella camera che ospita anche Carlo d’Inghilterra. Ma quando Sergio Valzania, responsabile dei programmi radiofonici Rai e ideatore del viaggio, lo ha condotto a Milopotamos, a visitare la cantina dove un suo amico monaco conserva il vino che produce, ha avuto il suo momento di dissenso, esprimendo la sua contrarietà al modello francese.
Quelle piccole botti da 225 litri non convincono affatto il presidente, piuttosto fautore, nel settore vinicolo, della “tradizione italiana”.

Il posto, come tutto il Monte Athos, soprattutto ora che è primavera, è meraviglioso: la luce, i colori, la grande antica torre.
“Uno dei più belli visti al mondo… Questo se la passa da Dio, in questo posto meraviglioso”, ha sospirato Bertinotti. Gli hanno fatto notare che lì si produce vino piuttosto “a maggior gloria di Dio”, e ridendo Bertinotti ha notato: “Ho un amico calvinista che produce vino, anche lui a maggior gloria diDio”.
Un grande esperto, lo ha giudicato comunque Valzania. “Ha stappato una bottiglia di vino rosso, buono, e una di bianco, così così”.

Poche ore ma intense. E’ saltata la visita al monastero della Grande Lavra, ma c’è stata quella al monastero di Simonos Petra, considerato il più “aperto” dell’intero Monte Athos. “Noi facciamo degli esperimenti”, gli ha detto infatti l’abate su una splendida terrazza, 350 metri a picco sul mare.
Invece ha alloggiato a Vatopedi, considerato al contrario il monastero più ortodosso della piccola repubblica teocratica. E perciò tutt’altro discorso si è sentito fare Bertinotti da quest’altro abate: “Noi veneriamo il vero Dio nel vero modo”.

Perfetto pellegrino, il presidente della Camera ha partecipato a tutti i vespri notturni nella chiesetta di Vatopedi: cento monaci che cantavano, Bertinotti che con attenzione seguiva. Poi, domenica mattina, dalle 7 alle 8 e 45, alla messa.
Cena tutta vegetariana il sabato sera, appunto prima dei vespri, pesce a pranzo la domenica, soltanto che il pranzo era alle ore 9, subito dopo la messa.

Ha avuto – autorevolezza della carica – l’alloggio più bello di Vatopedi, Bertinotti: con il bagno in camera e un terrazzo, l’ennesimo da quelle parti, con un panorama da lasciare senza fiato.
“Venite a vedere com’è bello!”, ha fatto notare al resto dei partecipanti. E soddisfatto la mattina dopo ha assicurato che nell’alloggiamento “non mancava nulla ma non c’era niente di superfluo, anche gli asciugamani erano quelli giusti”.
Ma soprattutto, dice Valzania, “si è incuriosito del sistema politico del Monte Athos, ha fatto un sacco di domande sul rapporto tra democrazia e tradizione”.
Il sistema di governo, la gerarchia che tiene in equilibrio le libere scelte, i poteri che s’intrecciano: questi i temi toccati.
I monaci hanno assicurato al presidente della Camera che “gli americani hanno elaborato la loro Costituzione anche studiando la Costituzione del Monte Athos”. Ipotesi affascinante, nel pieno della discussione sulle leggi elettorali italiane…

“In un posto così si notano quali sono le radici culturali dell’Europa”, ha detto Bertinotti ai suoi interlocutori. Ma aggiungendoaggiungendo anche che “è chiaro che esistono le radici cristiane, ma esistono anche altre radici culturali di cui tener conto”.
Ha visitato biblioteche, osservato meravigliosi dipinti, provato nostalgia verso quel mare nel quale è vietato fare il bagno, ha percorso la strada tra un convento e l’altro. Ha ricevuto in dono libri con le meraviglie artistiche del Monte Athos, ha acquistato braccialetti per i nipotini, ha rifiutato il miele locale: “Ne sono ghiotto e me ne regalano in continuazione: non riesco a finire quello che ho a casa”.

Vent’anni fa, Monte Athos ha festeggiato i suoi mille anni. “Un’astronave che si prepara a viaggiare nel tempo per altri mille anni”, hanno spiegato. E Bertinotti: “Un compleanno che vale la pena festeggiare”.

Felice e rilassato, alla fine, il presidente. Ci tornerà?
Dice Valzania: “Gli ho chiesto: ci sei mai stato a Santiago de Compostela? Dovresti andarci”.
E Bertinotti? “Mi ha sorriso”.
Magari chissà… In ogni modo, ogni volta che i monaci gli allungavano un bicchiere d’acqua ripetevano: “Chi ha bevuto l’acqua della Montagna Sacra torna di sicuro”.

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