mercoledì, giugno 13, 2007

CASTRUM DOLORIS, X

Sive: "Pueri Hebraeorum, portantes ramos olivarum..."



"Padroni in casa altrui" tale è il grido di sdegno che prorompe dall'apocalittico Maurizio Blondet:

«E' successo anche ad un ragazzo ebreo polacco che, di sabato, voleva entrare come al solito nella sua sinagoga di Kazimierz.
Sulla porta, guardie israeliane in borghese ma armate lo hanno respinto senza una parola.
Lui ha chiesto spiegazioni; loro, in silenzio, l'hanno preso a calci.
Accompagnava il ragazzo un amico di famiglia, Mikhail Urbaniak, direttore del «Forum degli ebrei polacchi» e corrispondente dalla Polonia per la European Jewish Press: «Ho visto tutto, il mio amico è stato aggredito brutalmente dagli israeliani, senza alcun motivo. E i turisti israeliani si sono limitati ad assistere alla scena».
Così la notizia di come si comportano le scorte dei turisti della razza eletta è arrivata finalmente sui giornali polacchi.»

«Ilona Dworak-Cousin, che a Gerusalemme dirige l'Associazione di amicizia israelo-polacca, ha scoperto che prima di quei pellegrinaggi (gite scolastiche al costo di 1.400 dollari a persona) gli studenti israeliani vengono forniti di un opuscolo che li istruisce con frasi come: «Dovunque ci troveremo circondati da polacchi. Essi sono complici dell'olocausto».
E ancora: «I polacchi sono i peggiori antisemiti d'Europa».
Gli studenti inoltre girano il Paese, da lager a lager, ermeticamente chiusi nei loro pullman e protetti dalla loro guardie.
Il viaggio non contempla nessuna passeggiata a piedi fra la gente per lo shopping, nessun contatto coi polacchi.
«Essendo le visite così organizzate, gli studenti finiscono per vedere la Polonia solo come una immensa tomba di ebrei, e niente più. Chi organizza questi viaggi ritiene che il contatto con gli abitanti del luogo non abbia senso. Nelle visite ai campi, i ragazzi ascoltano orribili storie familiari sulla persecuzione subìta. Gli studenti vengono indotti a far confusione, a credere che i polacchi siano autori, o complici dello sterminio».
Gli studenti israeliani dunque viaggiano dentro il Muro che il loro regime ha costruito attorno a loro in Terra Santa, portandosi dietro la loro paranoia nazionale.
La Dworak (essa stessa ebrea) racconta che i ragazzi, spesso troppo giovani per visitare un campo di sterminio dopo l'altro, diventano «aggressivi e maleducati» con la popolazione che vedono per lo più da dietro i finestrini dei loro pullman.
E' una politica deliberata di «separazione».
I pullman israeliani che portano i visitatori eletti a vedere la sinagoga di Kazimierz sostano coi motori accesi, per essere sempre pronti alla fuga in caso di attacco.
E benchè la visita alla sinagoga duri una mezz'ora, restano lì a motore acceso per delle ore, perché gli studenti israeliani ricevono la colazione sul pullman, benchè ovviamente Cracovia sia piena di bar e ristoranti.
La giornalista Anna Szulc ha visto le guardie di sicurezza circondare la sinagoga durante le visite, e respingere i passanti, anche gli abitanti del luogo»

«E ben altro ha saputo la giornalista parlando col personale di volo della compagnia di bandiera LOT, che porta molti di questi studenti in visita guidata alla Shoah (30 mila all'anno) in volo da Israele alla Polonia.
Lasciano gli aerei come letamai.
Sono estremamente arroganti, pretenziosi e maleducati.
Una hostess della LOT è stata schiaffeggiata da una ragazzina israeliana perché le aveva fatto aspettare troppo la sua Coca Cola.
Trattano il personale come servi goym, come sono stati evidentemente educati a fare.
Leszek Chorzewski, il capo ufficio stampa della LOT, ammette che i giovani israeliani «sono clienti difficili, esigono molta più attenzione nel servizio, e anche più precauzioni di sicurezza».
A poco a poco, il portavoce ammette che gli agenti di sicurezza sionisti che accompagnano gli insopportabili studenti sono anche più arroganti, gridano secchi ordini, pretendono obbedienza immediata.
Si comportano da padroni.
Anna Szulc ha raccolto la testimonianza di Katarzyna Lazuga, di Poznan, che studia da guida turistica.
Recentemente, mentre seguiva con altre aspiranti un corso pratico in un locale dell'aeroporto e al di là dei vetri sfilava una folla di studenti israeliani appena atterrati, le guardie giudaiche hanno fatto irruzione nella stanza dove si trovava Katarzyna con le altre, e le hanno spinte fuori brutalmente, con ordini secchi e spintoni.
La loro colpa: stavano «fissando» gli studenti della razza eletta, secondo le guardie.
«Non fissateli! Non guardate!».
Negli hotel dove questi eletti alloggiano durante la gita olocaustica, avviene di peggio.
La catena alberghiera polacca System rifiuta ormai ufficialmente gli studenti israeliani.
«Non possiamo permetterci il costo dei danni che provocano i loro soggiorni».
Piccolo elenco dei danni prodotti dai super-uomini: sedie spaccate, pareti sporcate, escrementi umani (super-umani) nei lavabi, negli asciugamani e nei cestini, evidentemente per sfregio dei sub-umani goym.
All'hotel Astoria di Cracovia, anche tappeti bruciati.
Da quando le guardie giudaiche degli «studenti» hanno cominciato ad ordinare ad altri clienti, da loro evidentemente giudicati sospetti, di andarsene dall'albergo, anche l'Astoria ha deciso di rifiutare altri israeliani.»

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4 commenti:

L'agliuto ha detto...

Udito il vostro silenzio circa il brano testé citato, caro duca, debbo dedurre che il commento è nell’immagine iniziale. Se è così, trattasi di assordante silenzio.
Servo vostro, Ipo.

Duque de Gandìa ha detto...

Spiegare il perchè e il per come si riporti sul proprio -inutile- blog una notizia o un articolo, e il perchè si decreti di commentare un fatto o uno scritto altrui è un pò come spiegate una barzelletta a chi non ha riso e indicare per di più in quale punto della barzelletta si doveva ridere.

Innanzitutto il fatto che tra tutti i molteplici articoli dell'apocalittico sito di Blondet, e cioè, fra tutti i suoi papi "massoni", le denuncie di apostasie conciliari e di congiure giudaico-plutocratiche a danno del cattolicesimo e dell'universo mondo, io abbia sovranamente deciso di segnalare sul mio inutile blog un articolo in cui si parla di "un fatto" oggidì sperimentabile e ben documentato contro ogni ragionevole dubbio, dovrebbe già essere un segno per capire le intenzioni di chi ha voluto segnalare l'apocalittico Blondet.
Perchè, caro ipersimpatico Renato, il punto della questione è che ciò cui tu sembri interessato non è tanto il fatto in se ma il mio commento/giudizio al fatto.

La cosa dovrebbe lusingarmi?
E perchè mai? Mi duole invece assai che mi si rimproveri (velatamente?)di non premettere o postmettere al verbo del Blondet il mio -ben poco- "alto consiglio".

A me ha sinceramente colpito il fatto, punto.
Ho avuto tutta la buona intenzione di purgare il testo ma emendare è parso impossibile se già si parte dal considerare lo sciovinistico titolo.

Ripeto: a me ha colpito la volontà dei governanti dello Stato di Israele di voler trasformare il "viaggio nella memoria della Shoah" dei giovani israeliani in un autentico "memoriale": cioè imponendo (attraverso un ben rodata strutturazione) ai teenager ebrei del XXI secolo di pensarsi viventi (e braccati dai nazisti)nella Polonia del 1941!
Il titolo "castrum doloris" appare così assordante?

Il sottotitolo e l'immagine sono una acconci nota dissonante funzionale al titolo e al testo: si rammenti il trattarsi di blog tardo-barocco:)

In fede, (speranza e scarsa carità)
l'umillimo Francisco de Borja

L'agliuto ha detto...

Caro Francischiello,
non intendevo muovere alcun rimprovero, neppure velato. Parlare degli ebrei è sempre difficile, a meno che non ci si abbandoni a lodi sperticate. È peraltro vero che mi interessava il tuo parere, se non altro per interpretare la frase “riposare nel seno di Abramo”, con la quale tempo addietro comunicavi un tuo temporaneo congedo.
Castrum doloris è azzeccatissimo. Castrum mobile, in questo caso, quasi un ghetto portatile, una «coazione a ripetere» che, se non la ripetono i goym, se la ripete in proprio, l’ebreo.
Salto di palo in frasca. Mi ha colpito l’attribuzione “inutile”. È vero, verissimo, ed il mio blog ben più del tuo. Tuttavia, e scusa se parlo di me, nel mio caso l’inutilità è palese solo a fronte di un’eventuale ambizione di utilità pubblica; in questo caso, sì, si tratta di un blog ridicolmente inutile. Se invece lo si legge in chiave privata [di tutto], come testimonianza nei propri stessi confronti, cioè, di un personale itinerarium mentis in Deum, non è inutile. In questa prospettiva, la quotidiana mortificazione della vanità (id est “anche oggi nessun commento”) rappresenta un vero successo.
E perdonami l’eccesso di confidenza.
Renatiello

Duque de Gandìa ha detto...

Illustissimo ipersimparico Renato,
se avessi voluto che chi si azzardasse a commentasse i miei post mi chiedesse rensonsi su come interpretare e concordare una mia esternazione alla luce di un pegresso "responsorio breve" (in base al principio filologico del " e cheste va pe chelle") risponderei che - se così avessi sesiderato- avrei nomato il mio inutile blog: "La Sibilla Cumana"!:)

In principio l'idea che aprissi un blog venne a chi, assai introdotto nella rete, sosteneva che le mie facezie potessero essere di qualche interesse per la varia umanità che bazzica la mediatica rete, così mi piegai all'alto consiglio, ma tutto venne da me ideato al fine di scoraggiare il commento facile.
Quando dicevo: "lo sfondo nero... e qui ci mettiamo questo Caravaggio.. etc", e vedevo lo sguardo basito del blogger di mondo che mi stava di fronte, io sussultavo di gioia al pensiero di quanto poco sarei stato preso in considerazione...
Invece - e me ne dispiace- c'è qualcuno che addirittura sta ancora in ambasce perchè non ho sviluppato- come invero mi ero ripromesso- le mie considerazioni sul Limbo!
Ben si vede che insistere sull'inutilità del presente blog non è da par mio solo una irritante forma di captatio benevolentiae!